via biancamano, 37 – casarano (lecce)
interventi:
videoracconto
Jerissa non l’ha dipinta nessuno
dono
Riassetto del giardino
visioni
Zenith
testi
Ilaria L’Abbate
Vito Lecci
Silvana Silvestri
Med Nejib Zoglami
foto
Francesco De Marco
Xlavio
supporti video
Andrea Morgante
Fiordimonte Reho
si ringraziano
A.ST.R.A. Osservatorio Galilei – Salve (le)
ecoplan architettura dei giardini – Racale (Le)
Levante Arti Grafiche – Presicce (Le)
TRANSITI Associazione Culturale - Casarano
Si inaugura il 3 aprile 2004 alle ore 20,00 la seconda mostra-evento di “Visite a domicilio”, progetto ideato dall’artista salentino Fernando Schiavano (Xlavio). Il percorso prosegue questa volta presso l’abitazione di Med Najib Zoglami, artigiano tunisino residente in Salento. L’incontro si colloca precisamente in un luogo privato ed è concepito come motivo per un rapporto dialettico con la realtà pubblica e tra l’artista ed un emblematico personaggio legato alla comunità locale, sottoposto a maggior rischio di emarginazione. La casa come isola intima e di confortevole tranquillità talvolta dà l’impressione di essere una prigione. ... La libertà della strada strizza l’occhio da fuori, così tentatrice e così inaccessibile… E diventa filtro tra interno ed esterno, interstizio e spazio vitale intermedio come la frontiera. Il confine eccita l’inquietudine, significa guardare l’altro. La casa-mappa custodisce il rapporto tra identità e alterità, in quanto identifica e costruisce la comunità.Come un semionauta l’artista porta dinanzi agli occhi del pubblico l’interno della sua città nell’intento di immaginare o ricreare nuove funzioni o “dirottarne” - nel senso in cui usava la parola Guy Debord - altre.
“Non ci sono giacenze, tutto è alla luce…”
La visita di Xlavio si svolge secondo una ritualità fatta di gesti ma anche di segni tangibili:
il video
racconto di Med e della sua città di origine;
il dono
concreto e al contempo riassetto del giardino di agrumi, pronto ad accogliere una grande mappa geografica, omaggio ad una nuova terra ideale, ridisegnata dalla volontà personale e innovativo messaggio di futura trasformazione di relazioni sociali.Il giardino come luogo del pensiero intimo è anche simbolo di una natura “educata” e simile nell’aspetto dei due paesi a confronto, un unico ideale continuum, grazie al dono del mare Mediterraneo che sta nel suo conferire libertà alla terra di diventare patria elettiva. “La bellezza sarà l’esito di un pellegrinaggio, quando si rischierà molto per conoscerla, quando sarà la scoperta che arriva alla fine di una trasformazione. La libertà possiede dei campi dove di notte scarica i suoi detriti, dove si assiepano quelle patologie che sono i suoi figli naturali e che rifiuta di riconoscere come proprie…”;
Zenith
piccolo osservatorio che verrà disposto sul terrazzo di casa Zoglami. L’ osservatorio sarà una guardia di frontiera… questa volta però non starà lì per segnare il limite da cui controllare il territorio, né per definire l’ennesima barriera ma offrirà una mappa ancor più lontana che “marinai” in attesa di destinazione futura guardano come guida nelle incessanti peregrinazioni. (IlariaL’Abbate)
Un bellissimo evento poetico, la mostra dal titolo «Visite a domicilio», ha avuto luogo sabato 3 aprile a Casarano (in provincia di Lecce), ideato da Xlavio, pseudonimo di Fernando Schiavano, artista che lavora sull'emarginazione e la ritualità con mostre in case, chiostri, castelli, conventi, palazzi, aule bunker, dal 1985. Parte di un progetto nato due anni fa, è basato sulla «visita» un'antica tradizione di civiltà mediterranea con doni e gesti che Xlavio fa rivivere in alcune case del paese abitate dai più emarginati: nel 2002 la visita a Maria Campana è testimoniata da un prezioso catalogo che sfogliamo come a cogliere dei misteri, in quel soggiorno dove all'anziana signora viene offerto in dono il «saccone» del materasso, antico rivestimento che si tramandava di madre in figlia, si risistema poi la casa e si dispongono gli oggetti di una danza rituale (tappeti, specchi, aste) che l'armadio a tre ante con specchio e il comò riflettono. La lunga esperienza di operatore assistenziale che ha Schiavano gli fa conoscere i più dimenticati, quelli che non hanno voce, che maggiormente hanno bisogno di una «festa di bellezza», a rischio di integrazione, parola un tempo poco utilizzata. Quest'anno la visita a domicilio di Xlavio è stata a casa di un collega artista, artigiano restauratore, conoscitore di diverse lingue, maestro di scrittura araba: «La casa di Med Nejib Zoglami» è composta dal «dono», il riassetto del giardino di agrumi, con la posa di una grande mappa geografica omaggio a una nuova terra ideale, quindi dal video racconto di Med e della sua città di origine dal titolo Jerissa non l'ha dipinta nessuno e le visioni di Zenith, piccolo osservatorio disposto sul terrazzo della casa. Med è uno dei protagonisti chiave di Italian Sud Est dei Fluid, perchè rappresenta l'accoglienza e l'integrazione, i limiti e le sorprese di queste parole. Ragazzo tunisino mandato a combattere in Libano, che ancora sussulta agli spari dei fuochi delle feste di paese come sotto a un bombardamento, a Casarano si è sposato e nel film racconta lo stato della sua integrazione, spiritoso e colto da trovarsi abbastanza in sintonia con la salentinità. Non per questo i percorsi dell'integrazione si dispiegano facilmente e ci vogliono almeno quattro mani per ricomporre il vuoto e le lacerazioni.
Non so chi erano e neanche da dove vengono, so solo che erano amici venuti per una festa, erano un centinaio anche con bambini, ma la festa è solo per qualche chilo di couscous, a suon di arabo, e del vino rosso color rubino saporito di more. Un arabo avrebbe detto questo è occhio di gallo, c’era un plotone di bottiglie, una accanto all’altra, come se ballassero la Dabka, e il mio bicchiere era il più Grande e anche diverso dagli altri. La compagnia sembrava affamata ed assetata, assalendo con cucchiai e bicchieri tutto quel che c’era su due tavoli, tanto nella casa a portone spalancato c’era il benvenuto, la pace per tutti e soprattutto nella presenza di sapore finemente mediterraneo, che quasi quasi cambio la bandiera della pace con un piatto di couscous, .... visto che anche la luna e saturno erano presenti sul terrazzo con il piccolo osservatore, sfilando uno ad una con il bicchiere in mano e l’occhio verso il cielo sono diventati tutti romantici. Era commovente il momento del brindisi con Fernando alla consegna del dono, e commovente di più scoprire che si tratta di una carta geografica senza linee di confine e senza nomi di stato – ed è ancora fraternità: prima con altri doni, grazie Barletti, grazie Bottazzo, grazie De Luca. C’era molto calore, anche quello del clima instabile, e la fraternità assoluta: vedere tutti seduti per terra uno affianco all’altro presi da un racconto visivo, e che nessuno ha chiesto una sedia; ed era pace e fraternità nell’abbraccio e nel stringersi petto contro petto. Ed oltre un lavoro artistico. Grazie, Fernando Schiavano di quella pace vissuta che oltre l’amicizia era fratellanza, .. e grazie ancora per la visita a domicilio. (Med Neijb Zoglami)


Particolarmente felice appare il connubio di una serata osservativa astronomica all’interno dell’iniziativa “visite a domicilio”, ciò anche alla luce dell’obiettivo da entrambi condiviso e teso all’abbattimento di ogni sorta di barriera che la mente umana possa concepire. Chiunque si appresti ad accostarsi, anche solo per una sera, a questa antichissima disciplina, attraverso l’osservazione diretta del cielo, magari al telescopio, non può fare a meno di restare meravigliato e, al tempo stesso, estasiato dalla incantevole bellezza con cui l’Universo si svela ai nostri occhi, altrettanto incisiva è anche la sensazione di liberazione da quella impalpabile barriera che, inesorabile, ci costringe sul nostro minuscolo e sperduto pianeta. Passeggiare sulla superficie della luna, ammirarne le corrugate catene montuose contrapposte alle lisce distese dei suoi mari nella miriade di crateri sparsi in ogni dove, oppure spingersi fino agli anelli di Saturno, o volare tra i satelliti di Giove, oppure ancora librarsi all’interno di una nebulosa che dà vita a mille nuove stelle, ci apre a sensazioni inenarrabili, svincolandoci dalla monotonia di una visione ristretta ad una realtà unicamente terrena della nostra vita. (Vito Lecci)








